Monte Priaforà

Bello, ma non divertente :(

Dopo il positivo "collaudo" del giorno precedente penso bene di ritornare a fare una uscita "seria" in montagna.

Aveo risparmiato il Monte Priaforà proprio per una occasione come questa. Il monte - noto a tutti nella zona per il caratteristico arco naturale presente sotto la cima, un vero e proprio foro circolare largo diversi metri e visibile praticamente ovunque nella valle a patto di essere nella giusta condizione di illuminazione - è accessibile sia dall'altopiano del Novegno, in modo abbastanza facile e progressivo. Si può decidere se partire dal "basso" o da "più in alto", i sentieri sono in realtà mulattiere o addirittura carrarecce oltretutto molto frequentate. In più in caso di bisogno si può disporre in questa stagione della Malga di Busa Novegno o del baito di Monte Lisser.

Questa volta voglio arrivarci da un'altra via, dalla Val d'Astico. Ho sempre voluto provare la salita da questo versante ma per un motivo o per un altro non l'ho mai fatta. Ricordo qualche racconto di mio padre e dei miei zii di quando da ragazzi salivano al Priaforà da Velo d'Astico.. Quindi devo andarci.

So che è una zona poco frequentata, pertanto vedo di documentarmi prima di trovarmi in qualche situazione "spiacevole". Trovo delle recensioni sul web (piuttosto datate), che consigliano la salita attraverso il sentiero 466. Controllo l'app che uso per la cartografia nel mio cellulare e le cose corrispondono... Bene... Sentiero 466. 5,5 Km circa e 1250 metri di dislivello, lunghetta ma fattibile.

Non parto di buonora, devo accompagnare a scuola mio figlio verso le 8:30, è reduce da un piccolo incidente in bicicletta. Lascio Jacopo e mi dirigo a Lago di Velo d'Astico.

Inizio subito il sentiero, già dopo pochi minuti i primi problemi. Lavori di sistemazione idraulica hanno sconvolto un tratto del sentiero e bisogna salire un po' ad intuito. In più trovo strade forestali non presenti nella mia app, che confondono ancor di più.

Dopo poco mi accordo che al posto del sentiero "466", mi trovo nella "variante" "466a" - poco male, è sempre un sentiero CAI ed è segnalato con i classici segni bianco rossi.

Segnalato?

Ben presto realizzo che l'ultima volta che il CAI ha segnato questo sentiero probabilmente il CW era ancora obbligatorio per l'esame di Radioamatore e che i nominativi avevano un prefisso composto dalla sola I.

Vaste zone del sentiero non esistono più, franate o portate via dall'acqua. I segnavia radi e pochissimo visibili. Continuo a perdere la traccia del sentiero. Due volte me ne accorgo abbastanza tardi... E qui l'app di cartografia mi porta in situazioni poco piacevoli: la traccia dovrebbe essere qui a poche decine di metri, provo a salire, mi aiuto con radici, risalgo aiutandomi con le mani per poi trovare tra me e la presunta traccia una profonda valle.

Il sentiero spesso si confonde con le vie di scolo delle acque, mi ritrovo anche ad assicurarmi su alcuni cavi di ferro lasciati nel bosco alcuni decenni fa in occasione degli ultimi lavori di sistemazione forestale.

Realizzo che sto rischiando troppo, sono solo e se mi dovesse succedere qualcosa non sarebbe una cosa piacevole. Fortunatamente dopo almeno tre "fuori via" il sentiero riprende con le sembianze della strada di arroccamento militare che era in origine. Da qui fortunatamente le cose saranno più agevoli fino alla vetta.

Reperti

A dismostrazione del fatto che il sentiero non è assolutamente frequentato mi ritrovo letteralmente tra i piedi alcuni reperti della grande guerra: dei pali di legno cerchiati in metallo con pezzi di filo spinato, un gancio ad S battuto a mano ed una grossa scheggia di granata.

La vetta

Dopo 4 ore e 30 (invece delle 3:40 da "tabella CAI"). Ho percorso quasi un chilometro in più del previsto e quasi 150 metri di dislivello in più tra salire - scendere alla ricerca del sentiero.

La giornata è anche molto calda e quando arriviamo abbiamo quasi esaurito l'acqua. Lo zaino (troppo pesante) ha fatto anche lui la sua parte e sono particolarmente stanco. Mi prendo una decina di minuti per riposarmi e poi inizio ad attrezzare la stazione.

L'attivazione

Per l'occasione mi sono preparando una long wire "corta", da circa 10,5 metri. Se non dovesse funzionare ho sempre la ground plane. Incastro una canna da pesca tra le rocce stendo il radiatore fino ad un bastoncino da trekking sempre incastrato tra le rocce.

Provo a collegare un S2S e ci riesco - anche la nuova antenna funziona. Alla fine del QSO sento un "QEZ" molto forte... Ci ritroviamo 5 Khz sotto la frequenza usata dall'attivatore e con sorpresa trovo Riccardo IU3GKJ in attivazione a poco più di 30 km da me.

Dopo questo piacevole QSO mi sposto in 40 metri (nonostante il radiatore molto corto riuscirò a fare poco più di una decina di QSO senza grossi problemi anche a questa lunghezza d'onda). Qui collego (anzi, mi collega) Fabio IK2LEY in S2S. Purtroppo anche oggi la propagazione è tendenzialmente lunga e non saranno molti i collegamenti con stazioni italiane.

QRT

Dopo una decina di QSO mi rendo condo di essere sotto il sole, anche a 1700 metri fa caldo e mi sto disidratando, mi rimane solo un sorso d'acqua da dividere con il cane. La discesa sarà lunga e temo le disavventure della salita. Decido di accontetarmi per non rischiare troppo.

La discesa

Nella discesa sto molto attento a non fare la "variante". Anche il sentiero principale è poco segnato, ma essendo più frequentato sono frequenti gli ometti di pietra.

La cartografia

Rientrato a casa ho voluto controllare la cartografia che ho della zona, per vedere se anche l'app mi avesse portato in errore nella salita. In definitiva:

1) IGM: la più corretta a descrivere l'orografia, è però inutilizzabile a livello di sentieri.

2) Tabacco. Orografia quasi a livello delle cartine IGM, i sentieri CAI però non coincidono al 100% con quelli che ritrovato.

3) App (quindi OpenStreetMap). I sentieri sono presenti, la denominazione è corretta ma mancano tutte le strade forestali (creando confusione). Inoltre l'orografia del terreno non è assolutamente descritta (è chiaro che si basa su rilevamenti topografici satellitari, tutto quello che è coperto dalla vegetazione non si vede).

In conclusione

Una bella giornata di montagna. Un bel esercizio fisico, ma non è stata una giornata "divertente". Pochissimo tempo dedicato all'attività radio.

Per il futuro

1) Almeno due fonti cartografiche;

2) Zaino più leggero.

3) Anche il cane deve portarsi un po' di acqua in giornate come questa.

QSO

Attivazioni