Il percorso
Per chi arriva dall’ovest di Aosta, come chi scrive, la strada più veloce verso IT-0120 passa per il percorrere la Statale 26 nei suoi tratti di attraversamento urbano, cioè via Parigi prima, poi (una volta superato l’ospedale) via Roma. Imboccata quest’ultima, occorre lasciarla alla rotonda verso Porossan, prendendo per quest’ultima frazione. Una volta che la si raggiunge, si resta sulla strada regionale 17, fino al bivio per Porossan-Chiou. Una volta svoltato si nota l’imponente ponte-acquedotto romano sulla propria sinistra e si continua fino a raggiungere il parcheggio sterrato della riserva Tzatelet.
L'attivazione
I presupposti per un’attivazione interessante c’erano tutti. Da quelli storici (il 25 aprile, 150° anniversario della nascita di Marconi) a quelli meteorologici (una giornata soleggiata e con temperatura attorno ai 15°, dopo giorni di aria gelida e cielo imbronciato). All’appuntamento non si è però presentata puntuale la propagazione. Ciò ha fatto sì che l’attivazione, pur andata a buon fine, si sia rivelata meno divertente di altre.
Il tempo libero era di un paio d’ore al pomeriggio. Una “finestra” tale da non permettere uno spostamento lungo. Decido quindi, anche perché manco già da oltre venti giorni, di tornare a Tzatelet (IT-0120), anche in un’ottica di incremento costante del diploma “Kilo” (è la referenza che, ad oggi, ho attivato di più).
La ricorrenza impone scelte di cuore e quindi vado QRP puro, con lo Xiegu G-106 e la verticale ad un quarto d’onda. Per quest’ultima, voglio provare anche la bobina addizionale (ricevuta pochi giorni prima) per i 40 metri. Come sempre, però, conoscendo la zona e la risposta del set-up, parto in 20 metri.
Capisco subito che non sarà una giornata di gloria. I primi quattro minuti di chiamate (quelli in cui, di solito, c’è l’“assalto” di chi ti ha visto sul POTA Cluster) se ne vanno a vuoto. E’ successo raramente, ma ogni radioamatore sa che è un’evenienza. Mi sposto sulla banda e rispondo a un paio di stazioni che chiamano: mi sentono e questo mi rinfranca.
Torno sulla frequenza annunciata e si accende un po’ di pile-up. Soprattutto stazioni spagnole, del centro-sud Italia e qualche collega britannico. I segnali però sono più bassi del solito (alcuni colleghi sono, dopo diverse attivazioni, dei veri e propri “beacon” propagativi) e questo mi conferma la giornata non di spolvero delle bande.
Superato il traguardo dei dieci contatti, provo l’inserimento della bobina e scendo in 40. Anche qui, l’ascolto non rivela segnali trascendentali, anche se di QSO in corso ci sono. Cerco una frequenza libera, provo ad ascoltarmi (dallo smartphone) sull’sdr di Twente e mi riconosco in un sussurro in mezzo al rumore.
So che per “passare” in 7 MHz, banda tradizionalmente rumorosa, ci vuole di più. E, infatti, nessuno mi risponde. Nicola IU5KHP mi nota sul cluster e proviamo il contatto. Lo acciuffiamo per i capelli, ma è una fatica. Un test serio della bobina va rinviato a condizioni propagative maggiormente propizie…
Con i 10 e i 12 chiusi, i 15 in cui un tentativo di chiamate va a vuoto, torno in 20. Riescono altri 2/3 contatti (e sono sul posto da oltre un’ora e mezza), per un totale di 17 QSO. L’aspetto più negativo, ai miei occhi, è l’assenza di “park to park”, ma sul cluster ho notato pochi europei e le stazioni americane (quelle invece numerose) non c’era verso di sentirle.
Insomma, è andata così. Non voglio dare un’accezione negativa alla giornata, sia perché l’attivazione è comunque stata perfezionata, sia perché a 5 watt ogni contatto è una soddisfazione. Inoltre, tra chi ha risposto in 20, non mancano gli amici di sempre del POTA e questo è già un motivo per tornare a casa convinti di aver combinato qualcosa di buono.
Radio: Xiegu G106
Antenna: Verticale da campo, un quarto d'onda.
Accordatore: No accordatore, antenna risonante.