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Riparando vecchi accessori autocostruiti

Continuano i lavori sulle mie vecchie realizzazioni.

Questa qua sotto rappresenta il mio sistema di collegamento alle mie antenne filari HF, operativo dalla fine del secolo scorso e descritto su una vecchia RadioRivista.

AUTOCOSTRUZIONE:  RICEZIONE DX NEL QRM DEI 40 E 80 M   IK0BDO 1999

qualcosa che mi si è reso indispensabile nel tempo con il continuo crescere del rumore locale, certamente di origine elettrica nell’ambiente che mi circonda. Se avrete la pazienza di seguirmi in questa mia ultima “QRP Experience”, ve la descrivo per sommi capi:

–  Accordatore , inizialmente “a P Greco”, sostituito con uno “a T” per una maggiore efficienza

–  Preselettore 40 e 80 metri

– Sistema di commutazione automatica antenne per Ricezione e Trasmissione

– Selettore scelta antenne

– RF VOX : switch a radiofrequenza, funzionante da 5 watt a salire

L’intervento sul preselettore si è reso necessario perché il potenziometro da 470 ohm utilizzato  per attenuare i segnali ricevuti era ormai troppo usurato. Inizierò descrivendovi il funzionamento del preselettore, anche se è abbastanza intuitivo.

Dalla sinistra arriva il segnale presente sulla linea di ricezione ed è applicato al condensatore da 1000 pF che rappresenta l’ingresso di un circuito a “p greco” serie aperto, dove il secondo condensatore variabile fa l’accordo, da quasi tutto aperto sui 7 MHz e quasi tutto chiuso sui i 3,5 MHz.

Un secondo identico circuito affiancato alla sua destra è accoppiato magneticamente al primo. sufficientemente stretto da non produrre una apprezzabile riduzione di segnale. Sul secondo condensatore da 1000 pF viene prelevato il segnale da inviare in bassa impedenza all’apparato.

Il “Q” dell’intero sistema è elevato, quindi la sintonia è strettissima e sarebbe bene che al condensatore variabile fosse applicata una demoltiplica epicicloidale.

Stiamo parlando ovviamente della sola ricezione e questi circuiti non sono interessati mentre si è in trasmissione.  Il circuito dell’ RF Switch è effettivamente eccessivamente complicato per i suoi scopi, anche se tuttora perfettamente funzionante;  ne ho realizzati in seguito diversi altri esemplari, tutti basati come principio sull’interdizione di un transistor in presenza di radiofrequenza, ma molto più semplici.

Es. RF Switch 2020

Ora è il momento di descrivervi l’accaduto.

Per sostituire il potenziometro da 470 ohm ho dovuto disassemblare il preselettore, approfittando anche per sostituire ii cavetti coassiali RG174 che collegavano i vari componenti, troppo seviziati dal saldatore negli corso degli anni.

Considerato che stiamo parlando al massimo di 7 MHz, i dieci centimetri dei collegamenti schermati poco dovrebbero rappresentare come lunghezza rispetto a 40 metri di lunghezza d’onda (esperienza negli anni), e avevo quindi deciso di sostituirli con dei semplici conduttori non schermati.

Rimontato il tutto mi sono trovato con un preselettore che non accordava più nulla.

Qui mi sono imbarcato in una serie di operazioni irrazionali delle quali confesso che mi vergogno. “Non sarà”, mi sono detto, “che ci volevano i collegamenti schermati ?” Li ho quindi sostituiti (a fatica) con del nuovo RG174 con li risultato che non è cambiato nulla. O meglio, accordava in 80 metri ma non in 40.

Nebbia fonda ….

Allora per fortuna il cervello mi si è riacceso e mi sono ricordato che alla fine degli anno ‘60 mi ero costruito il mio primo Grid Dip Meter, in effetti da me chiamato pomposamente TransDipper  perché utilizzava un 2N708 al posto di una valvola.

Qui devo fare una divagazione: gli OM di ultima generazione credo non sappiano nulla del GDM e né tanto meno del principio su cui si basa, ma, “un tempo” era uno strumento indispensabile per realizzare praticamente dei circuiti risonanti.

A maggior ragione nulla dell’esistenza di uno strumento Heathkit basato sul funzionamento di un diodo tunnel  il tanto invidiato Tunnel Dipper per chi non aveva la fortuna di possederlo.   https://www.youtube.com/watch?v=qkUbyTC1QjA&t=3s del quale ne imitai solo il nome (TransDipper). Senza allungare troppo il discorso, se vedrete il filmato, intorno ai minuti 7, anche non capendo l’inglese capirete cosa vuol significare “Dipper”.  

Ed ora è il momento di mostrare l’intera foto, precedentemente tagliata.

Inserendo la bobina del TransDipper all’interno della bobina di ingresso del preselettore non si avvertiva alcun “dip” mentre in quella di uscita un “dip” molto profondo.Ancora nebbia, ma per fortuna questa iniziava a diradarsi.

Al momento di disassemblare nuovamente il tutto. proprio in quel momento ho notato che le due viti di fissaggio del condensatore variabile avevano una lunghezza leggermente diversa. Bingo !!

Sostituite entrambe con una coppia identica, ma più corte, avrei avuto la garanzia che in futuro non mi sarebbe mai ripresentato il problema che lo statore del condensatore variabile sarebbe stato messo in cortocircuito dalle sue viti di fissaggio alla scatola.

Qualcuno si sarà chiesto del perché della mia asserzione “o meglio, accordava in 80 metri ma non in 40.”

Mi sono dato una spiegazione anche a questo: il circuito non sintonizzabile per via del condensatore variabile cortocircuitato dalla vite era quello di ingresso del preselettore; il segnale attraversava comunque l’avvolgimento ed era accoppiato magneticamente al secondo comunque sintonizzabile.  Il perché questo non fosse evidente sui 7 MHz me lo devo comunque spiegare completamente.. L’ipotesi è che il segnale proveniente dall’antenna fosse troppo ridotto dalla bassa reattanza capacitiva presentata dal condensatore da 1000 pF verso massa, condensatore che invece, in condizioni normali (condensatore variabile non cortocircuitato dalla vite), fa parte del circuito risonante serie.

Potrebbe essere questa, ma anche se non lo fosse non me ne faccio certo una croce.

Spero di avervi sufficientemente spiegato come un giusto approccio ad una diagnosi possa fare risparmiare tanto tempo e insoddisfazioni.

Roberto IK0BDO

Roberto IK0BDO
Author: Roberto IK0BDO

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